Traduzione: Roberta Gozzi
POEMA D'AMORE, PIÙ O MENO I
Mi sono rivolto a tutti,
streghe e indovini.
Sono un esperto in superstizioni.
Mi sono abilmente servito
dei gesti, dei giochi e delle parole
inventati per ottenere amore.
Le tradizioni della tua terra,
quelle che provengono dal lontano Madagascar
e che i vecchi libri nascondono,
ho fatto ricorso a tutto
per far sì che le mie mani
volino oltre le frontiere che imponi.
Ho raccolto i resti
che il tuo corpo ovunque
ha lasciato. Frammenti d'unghia,
capelli che cadono,
camicie madide di sudore,
i tuoi sterili fluidi.
Li ho fatti cuocere all'alba
con fiori appena raccolti,
li ho inceneriti su altari di pietra
quando Venere è apparsa in cielo,
li ho bagnati nel mercurio
alla luce della luna
e sotto il tuo tetto
in segreto li ho interrati.
Ho fatto sette volte
sette giri attorno alla tua dimora
recitando congiuri di streghe, ripetendo con attenzione
le formule degli alchimisti.
E tutto al momento giusto
perché conosco bene
la posizione che amavano le stelle
il giorno della tua nascita
negli oroscopi di Palenke.
Ma non è servito a niente.
La tua ragione, figlio dei Lumi, lascia senza forze le mie stregonerie.
Ora ho riposto le mie speranze
nella genetica
e ho raccolto di nuovo i tuoi resti.
Frammenti d'unghia, capelli,
i tuoi sterili fluidi.
Esaminerò con gli scienziati
feromoni,
amminoacidi, enzimi,
le tue fredde molecole.
Presto prepareremo
la più razionale delle pozioni
per far sì che le mie mani
volino oltre le frontiere che imponi.
© Rikardo Arregi Diaz de Heredia
© Traduzione: Roberta Gozzi